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Boicottato dalle donnucole e dagli omuncoli ignorati e inutili.. Capaci o incapaci solo a scambiare calunnie con falsità.. Per tormentarle
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Ma lasciamo perdere va bene così..
Ora iniziamo un libro..
Carissimo direttore Sergio Dario Merzario
ti mando il resto dell'articolo x il libro
SHOA?! di f. c.
In questi giorni a cavallo tra gennaio
e febbraio 2020 c’è un gran parlare
di Shoah, Olocausto, svastiche scritte
sulle porte dove vivrebbero ebrei. Da
una parte c’è il ricordo dell’orrore
dei campi di sterminio perché il genocidio
subito dagli ebrei non possa avvenire
un’altra volta, anche (attenzione) in modo
surrettizio, dall’altra troviamo la domanda
sull’essere ebreo nel mondo, cioè sono
se stessi fra loro.
Propongo una piccola storia: la
Palestina fu ridotta a provincia romana, i
romani non interferirono nella religione
volevano che accanto all’offerta al loro Dio
ci fosse una piccola offerta all’imperatore,
come del resto avveniva in tutte le altre
colonie sottomesse a Roma.
gli ebrei da quest’orecchio non ci sentirono,
alla fine il console Tito, futuro imperatore,
incendiò Gerusalemme, distrusse il
Tempio, allontanò gli ebrei vietando loro
di rientrare in Palestina, da qui la parola
“DIASPORA”.
Stringendo per gli ebrei iniziò la lunga
“attraversata del deserto”, che durò
duemila anni, gli ebrei per sopravvivere
s’acconciarono ad usare quello che
trovarono conservando però la loro
identità di “Popolo eletto”.
Cerchiamo di capire la questione
“identità”.
Intorno all’anno 1000 in Puglia e in
Italia meridionale, in genere, avvenne
lo sbarco e l’epopea vichinga, e oggi
2020 i discendenti non rivendicano
l’identità vichinga, si sono sciolti fra
gli indigeni del posto e insieme hanno
sviluppato una civiltà diversa, oserei
dire che hanno migliorato loro stessi
e la realtà di quella terra, oggi non ci
sono né vichinghi né Dauni né
Salentini, tutti sono Pugliesi.
Continuiamo la storia:
gli ebrei non si sciolgono nei Paesi
dove sono tradotti con la forza, rimangono
ebrei, e dopo 2000 anni succede che una
serie di combinazioni si sommano per
dar luogo allo Stato di Israele.
Alla fine della seconda guerra mondiale
agli ebrei viene riconosciuto un qualche
risarcimento sia per il genocidio subito
sia perché molti profughi ebrei non furono
accolti dai paesi che vinsero la guerra,
furono respinti, all’inizio delle prime
leggi naziste.
L’Inghilterra dopo il 1945 avendo il
Protettorato della Palestina pensò bene
di far andare i pochi sopravvissuti dei
lager a Gerusalemme, questo fatto
iniziale indusse molti ebrei sparsi in
tutto il mondo ad andare in Palestina
con l’idea di ricostituire l’antico Stato
di Israele da dove furono cacciati dai
romani.
Questo contro esodo fu facilitato
dalla poca disponibilità finanziaria
inglese e dalla grande disponibilità
in dollari degli ebrei residenti negli USA.
Inoltre gli ebrei super istruiti ci misero
poco ad adattarsi alle leggi inglesi,
questo in contrapposizione con gli
arabi poco istruiti e refrattari alle
regole esterne, per capire questo
racconterò un fatto che rimane sotto
traccia ma è ben radicato nella testa
degli attuali Palestinesi. Ogni arabo
allontanato dalla sua abitazione in
Gerusalemme ha in tasca la chiave
della sua casa la quale, chiave, gli dovrà
servire per aprire la porta e tornare
a vivere in essa. Spieghiamo meglio:
il contratto stipulato fra l’arabo in
questione e l’ebreo che ha acquistato
l’immobile è valido secondo la prassi
inglese, ma all’epoca l’arabo sapeva
leggere l’inglese, ma anche se sapeva
leggere sapeva le regole della
compravendita? Secondo gli arabi
ci fu una forzatura, ma oggi
quell’immobile esiste ancora? È
possibile rintracciarlo? Chi ha
ragione l’israeliano che ha in mano
un contratto legale, o l’arabo che
avrà tracciato una croce su quel
contratto senza comprendere le
conseguenze?
Per terminare la storia antica voglio
trattare il fatto per cui l’ebreo errante
è accostato al cattivo banchiere
usuraio e all’astuto dialettico mercante.
Con l’editto di Milano emesso da
Costantino imperatore la religione
cristiana cattolica diventa religione
di Stato conseguentemente i
sacerdoti si occupano anche e
soprattutto di politica e di economia,
da qui dettano le leggi sui prestiti
e sugli interessi da corrispondere.
A maneggiare il denaro ci pensino
gli ebrei, ai cristiani il controllo e la
riscossione delle tasse sul guadagno
in modo da non incorrere
in peccato, così da presentarsi
dopo la morte immacolati davanti
al tribunale di Dio.
Per quanto sopra scritto si può
tranquillamente dedurre che nel tempo
gli ebrei sono stati costretti a specializzarsi
in scienze bancarie e nell’esercizio
del marketing.
E dato che in tutte le categorie umane
cii sono i furfanti è molto facile
trovare ebrei disonesti fra i banchieri
e fra i mercanti, questo perché gli
ebrei per sopravvivere sono stati costretti
a fare i banchieri e i mercanti.
Unendo quanto scritto alla situazione
economica disastrosa per i risarcimenti
di guerra imposti dai Paesi vincitori,
per Hitler fu facile convincere i tedeschi
della negatività degli ebrei, conclusione
eliminiamo fisicamente gli ebrei così
vivremo felici e contenti.
Ed ecco servito l’orrore dell’olocausto.
FINE DEL PASSATO
Ora veniamo alle cose italiane.
In questi giorni uno o più writer disegnano
le svastiche sulle porte dove si suppone
a ragione o a torto che abitino ebrei.
Al di là se dietro quella porta abita o no
un ebreo nessuno può disegnare un
qualcosa non voluto, per questi disegni
si deve prevedere una sanzione
amministrativa per evitare il processo
e far diventare un martire al writer.
Per finire voglio sottolineare i fischi che
accolgono la Brigata ebraica al passaggio
sotto il palco delle autorità, questo è
qualcosa difficile da capire e da spiegare.
I discendenti dei partigiani ebrei di
nazionalità italiana hanno il dovere di
sfilare e il diritto di ricevere l’applauso
prima del Sindaco che indossa la fascia
tricolore poi dalla giunta e dei consiglieri
e infine di tutte le autorità presenti, chi
non vuole applaudire può rimanere a
casa, nessuno lo rimpiangerà.
Per finire voglio rivolgere al Rabbino
di Milano due domande, naturalmente
il Rabbino ha facoltà di non rispondere.
La prima: quando un ebreo dice
“faccio parte del popolo eletto”, io
cosa devo dire e cosa devo fare?
La seconda: durante la Pasqua,
cristiana o ebraica che sia, l’ebreo
dice “il prossimo anno a
Gerusalemme”, quale deve essere
Il mio comportamento quali parole
Posso o devo pronunciare?
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