EccoVi.. gli obbiettivi di Acr-Crv Onlus di fatto..

Missione: “ACR (Onlus) svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "IL BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Concetta Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!”
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Care/i Lettrici/lettori! Questo è uno dei tanti Blog dell'Acr-Onlus, che con tantissime .. persone.. DONNE ..Uomini.. Giovani.. e Associazioni.. NO PROFIT.. lottano contro il BULLISMO e per la VIVIBILITA' con l' Ambiente. Il successo di un blog sta nel numero dei commenti, Vi preghiamo pertanto di commentare, anche solo con domande o con divergenze. Non abbiate paura. STIAMO LAVORANDO PER VOI... Cordialità da http://www.acraccademia.it/ e da appuntamentiacr-onlus.blogspot.it/ .. youtube.com/watch?v=uTrMRAggZ6s

martedì 22 ottobre 2019

Lettere al Direttore

Lettere al Direttore!

Appunti filosofeggianti.
a cura di Francesco Costantino.. Filosofo!
   
Politica Italiana 2019-10-21

     Egregio Sig. Direttore con il Suo

    permesso voglio, oggi, commentare

    i fatti della politica italiana.

    Tutti sono d’accordo nel dire che va

    superata la contrapposizione fra destra

    e sinistra, secondo me l’idea è giusta

    ma per l’Italia non è cosa da fare,

    prima gli italiani devono fare altro.

      Cosa? Lo spiego qui di seguito.

   Per semplicità prendo come riferimen-

   to i “gilet gialli” francesi. E qui il primo

   sbaglio italiano, i gilet gialli è il vestito

   che indossano i manifestanti, vestito

   che in antico era il pantalone largo del

   contadino nel medio evo, i san culottes

   della rivoluzione francese, insomma i

   gilet gialli sono solo qualcosa di legato

  al momento storico a facile di cambiare

  nel futuro. In Francia i gilet gialli sono

  subito associati alla “Jacquerie”.

   Adesso spieghiamo cos’è la Jacquerie.

  E’ il nome che i nobili associavano ai

  contadini, alla plebe, ai servi della gleba.

  Questa storia inizia, più o meno, con

  Carlo Magno, o per meglio dire con la fine

  delle invasioni barbariche, all’epoca, come

  oggi, non sempre le coppie avevano una

  legittima discendenza, così alla morte del

  signore del posto spesso succedeva una

  persona non proprio acculturata ma devota

  la Re del momento, questo nuovo signore

  di solito strappava i patti del de cuius e ne

  sottoscriveva uno nuovo con i rappresentan-

  ti dei contadini. Però spesso e volentieri

  detti patti non venivano rispettati proprio

  dal nuovo signore, ed ecco che Jaques, il

  contadino, si rivolgeva ad un avvocato,

  che non era Azzeccagarburgli, in modo che

  la questione venisse portata al Re, questi

  nominava un legato che andava sul posto

  per capire la lite, prendere appunti e ripor-

  tare i fatti al re, il quale leggeva il reso-

  conto ed emetteva la sentenza, che di

  solito era equa, accettata e fatta rispettare.

  Il Re aveva tutto l’interesse ad essere sopra

  le parti perché  il suo scopo era di pacifica-

  re il suo regno riscuotere le tasse, circon-

  darsi di belle cose, armare un esercito per

  essere pronto alla guerra.

   Infatti, per ritornar all’oggi, Macron il Pre-

  sidente attuale francese, ha sentito i rap-

  presentanti dei gilet gialli, ha capito il pro-

  blema e ha cercato e cerca di trovare una

  soluzione. Tralasciamo il fatto che i gilet

  gialli si dividono fra massimalisti e rifor-

  misti per non entrare nelle polemiche del

  caso. Fermiamoci, invece, a considerare

  l’Italia, non abbiamo fiducia negli avvocati,

  ne abbiamo poca nei giudici, non abbiamo

  un re che pensi a come lasciare il ricordo

  del suo passaggio su questa Terra.

   Cosa abbiamo in Italia? Abbiamo l’antica

  idea di chiedere al “Veltro” di turno che

  scenda in Italia e imponga “UNA LEGGE”

  uguale per tutti, dimendicando che il

  Veltro fa anche i suoi interessi che non so-

  no quelli dell’Italia.

   Voglio mettere in evidenza due fatti che

  gli italiani conoscono poco.

  Quando a Schengen si riunirono i leader

  europei escludendo gli italiani i nostri

  statisti in ginocchio, col cappello in mano,

  hanno supplicato di entrare nel club.

  Il club aveva già stabilito le regole e i

  nostri politici li hanno sottoscritti senza

  poterli discutere. Da qui la faccenda del

  diametro dei piselli surgelati e delle maglie

  delle reti da pesca, come al solito gli italia-

  ni sottoscrivono gli accordi e poi non li

  rispettano. L’UE mette a disposizione

  fondi per le infrastrutture ma poi questi

  fondi non possono essere spesi perché

  gli italiani non rispettano le procedure

  sottoscritte.

   Il peggio però e che i giornalisti, novelli

 chierici, si guardano bene di spiegare il

 perché, scrivono solo che la Germania e

 Francia fanno i loro interessi, senza spie-

 gare che questi Paesi rispettano le regole

 liberamente sottoscritti. L’Italia, invece,

 non lo fa.

   Tutto è perduto? No, in Italia oggi 2019

 c’è un embrione di persone in politica che

 suo malgrado affronta questo problema,

 veramente commette errori su errori, ma

 al fondo del tunnel una lucina bianca sem-

 bra esserci, basterà, speriamo.

Carissimo  Francesco Costantino, filosofo baggese e milanese, come si fa a negarti il permesso,  scrivi talmente bene che ti farei un torto imperdonabile se non ti concedersi il permesso.. Ma soprattutto lo farei ai lettori,  che grazie a te finalmente sapranno spiegarsi le ragioni e le motivazioni che spingono il "Veltro" di turno... straniero per parecchi italiani.. Cioè l'Europa, a trattarci come ci trattano a noi Italiani. E pensare che con gli accordi di Roma del 1957, fummo tra i primi,  noi Italiani a pensare in grande e volere l'U. E. Magari pensando ad un nuovo "sacro romano impero".
Invitandoti a proseguire su questo ed altri filoni Filosofici e politici... Chiedo ai lettori di farci sapere cosa ne pensano alla mail: acr-4659@gmail.com   o al 3474917193 (solo da WhatsApp )..rilanciamo i nostri giornali con l'intenzione di riprendere a pubblicare il Milanese x i milanesi e x  il mondo intero.
Sergio Dario Merzario
..direttore di www.acraccademia.it

...ciao mi dici cosa ne pensi?... Grazie Già.. Gio'