(Onlus di fatto).. acraccademia.it ..non ha scopo di lucro... e afferma che anche il volontariato è fondamentale .. senza di quello.. è come avere gli okki kiusi.. non ci si vede! Cmq VI RINGRAZIAMO DI ESSERCI..CIAO.. 6 utile ..torna e collaborare..è poi x AMICI e PERSONE INTELLIGENTI: ..una donazione all'ACR-Onlus? .. il 5x1000 C.F.97365190152 o a don G.! MEMORIA.. "La memoria è il ventre dell'ANIMA!" NELLA FOTO BANDI OSCAR..
EccoVi.. gli obbiettivi di Acr-Crv Onlus di fatto..
Missione: “ACR (Onlus) svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "IL BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Concetta Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!”
😗Ciao Giovedì domani ore 11 11:30 ci troviamo da don Gino in via Mengoni 3 per la semifinale dell'oscar internazionale contro il bullismo e sì alla salvaguardia ambientale... non mancare ti aspettiamo😘
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La classe 1945 e 1946 di Vienna Como.
Sergio.. Gio'.. vedi freccia, Pietro dx, ci ha lasciato vittima di un incidente cinquant'anni fa, Rachele ci ha lasciato un anno fa, Chicco ci ha lasciato quarant'anni fa. Giuseppe alcuni anni fa.. insieme a Mariagrazia e Costantino... Gli altri: Aldo, Emiliana, Luisella, Mariella e Antonietta sono ancora vivi e gli auguriamo lunga vita .. a cura di www.acraccademia.it
Nella foto il ns. presidente ACR ci ricorda che, chi ha tempo non aspetti tempo..
Il tempo che....
Il tempo non si trattiene;
la vita è un compito da fare e che ci portiamo a casa.
Quando una/o guarda e... sono già le sei del pomeriggio.
Quando una/o guarda ed è già venerdì.
Quando una/o guarda ed è finito già il mese.
Quando una/o guarda ed è già finito un anno.
Quando una/o guarda e già sono passati 40... 50.. 60 o 70 anni...
Quando una/o guarda e si accorge di aver perso un amica/o.
Quando una/o guarda l'amore della propria vita andarsene e si accorge che è tardi per tornare indietro... Anche se non è mai troppo tardi x amare ...
Non smettiamo mai di fare qualcosa che ci piace per mancanza di tempo, non smettiamo mai di avere qualcuno accanto a noi o di goderci la sana solitudine.
Perché i nostri figli subito non saranno piú nostri e dovremo fare qualcosa con questo tempo che resta... Vivendo e non vegetando..
Proviamo ad eliminare il
Tempo sprecato.. Amando tantissimo! www.acracademia.it
Appunti filosofeggianti. a cura di Francesco Costantino.. Filosofo! Politica Italiana 2019-10-21 Egregio Sig. Direttore con il Suo permesso voglio, oggi, commentare i fatti della politica italiana. Tutti sono d’accordo nel dire che va superata la contrapposizione fra destra e sinistra, secondo me l’idea è giusta ma per l’Italia non è cosa da fare, prima gli italiani devono fare altro. Cosa? Lo spiego qui di seguito. Per semplicità prendo come riferimen- to i “gilet gialli” francesi. E qui il primo sbaglio italiano, i gilet gialli è il vestito che indossano i manifestanti, vestito che in antico era il pantalone largo del contadino nel medio evo, i san culottes della rivoluzione francese, insomma i gilet gialli sono solo qualcosa di legato al momento storico a facile di cambiare nel futuro. In Francia i gilet gialli sono subito associati alla “Jacquerie”. Adesso spieghiamo cos’è la Jacquerie. E’ il nome che i nobili associavano ai contadini, alla plebe, ai servi della gleba. Questa storia inizia, più o meno, con Carlo Magno, o per meglio dire con la fine delle invasioni barbariche, all’epoca, come oggi, non sempre le coppie avevano una legittima discendenza, così alla morte del signore del posto spesso succedeva una persona non proprio acculturata ma devota la Re del momento, questo nuovo signore di solito strappava i patti del de cuius e ne sottoscriveva uno nuovo con i rappresentan- ti dei contadini. Però spesso e volentieri detti patti non venivano rispettati proprio dal nuovo signore, ed ecco che Jaques, il contadino, si rivolgeva ad un avvocato, che non era Azzeccagarburgli, in modo che la questione venisse portata al Re, questi nominava un legato che andava sul posto per capire la lite, prendere appunti e ripor- tare i fatti al re, il quale leggeva il reso- conto ed emetteva la sentenza, che di solito era equa, accettata e fatta rispettare. Il Re aveva tutto l’interesse ad essere sopra le parti perché il suo scopo era di pacifica- re il suo regno riscuotere le tasse, circon- darsi di belle cose, armare un esercito per essere pronto alla guerra. Infatti, per ritornar all’oggi, Macron il Pre- sidente attuale francese, ha sentito i rap- presentanti dei gilet gialli, ha capito il pro- blema e ha cercato e cerca di trovare una soluzione. Tralasciamo il fatto che i gilet gialli si dividono fra massimalisti e rifor- misti per non entrare nelle polemiche del caso. Fermiamoci, invece, a considerare l’Italia, non abbiamo fiducia negli avvocati, ne abbiamo poca nei giudici, non abbiamo un re che pensi a come lasciare il ricordo del suo passaggio su questa Terra. Cosa abbiamo in Italia? Abbiamo l’antica idea di chiedere al “Veltro” di turno che scenda in Italia e imponga “UNA LEGGE” uguale per tutti, dimendicando che il Veltro fa anche i suoi interessi che non so- no quelli dell’Italia. Voglio mettere in evidenza due fatti che gli italiani conoscono poco. Quando a Schengen si riunirono i leader europei escludendo gli italiani i nostri statisti in ginocchio, col cappello in mano, hanno supplicato di entrare nel club. Il club aveva già stabilito le regole e i nostri politici li hanno sottoscritti senza poterli discutere. Da qui la faccenda del diametro dei piselli surgelati e delle maglie delle reti da pesca, come al solito gli italia- ni sottoscrivono gli accordi e poi non li rispettano. L’UE mette a disposizione fondi per le infrastrutture ma poi questi fondi non possono essere spesi perché gli italiani non rispettano le procedure sottoscritte. Il peggio però e che i giornalisti, novelli chierici, si guardano bene di spiegare il perché, scrivono solo che la Germania e Francia fanno i loro interessi, senza spie- gare che questi Paesi rispettano le regole liberamente sottoscritti. L’Italia, invece, non lo fa. Tutto è perduto? No, in Italia oggi 2019 c’è un embrione di persone in politica che suo malgrado affronta questo problema, veramente commette errori su errori, ma al fondo del tunnel una lucina bianca sem- bra esserci, basterà, speriamo. Carissimo Francesco Costantino, filosofo baggese e milanese, come si fa a negarti il permesso, scrivi talmente bene che ti farei un torto imperdonabile se non ti concedersi il permesso.. Ma soprattutto lo farei ai lettori, che grazie a te finalmente sapranno spiegarsi le ragioni e le motivazioni che spingono il "Veltro" di turno... straniero per parecchi italiani.. Cioè l'Europa, a trattarci come ci trattano a noi Italiani. E pensare che con gli accordi di Roma del 1957, fummo tra i primi, noi Italiani a pensare in grande e volere l'U. E. Magari pensando ad un nuovo "sacro romano impero". Invitandoti a proseguire su questo ed altri filoni Filosofici e politici... Chiedo ai lettori di farci sapere cosa ne pensano alla mail: acr-4659@gmail.com o al 3474917193 (solo da WhatsApp )..rilanciamo i nostri giornali con l'intenzione di riprendere a pubblicare il Milanese x i milanesi e x il mondo intero. Sergio Dario Merzario ..direttore di www.acraccademia.it
...ciao mi dici cosa ne pensi?... Grazie Già.. Gio'
ATTUALITA' a cura di Francesco di Acr Gilet gialli, la Francia e l’Italia Tra la fine del 2018 e il mese di gennaio 2019 in Francia c’è la protesta dei “gilets jaunes”, si chiama così perché le persone che protestano indossano il gilet giallo obbligatorio quando l’automobile risulta ferma sulla strada bisognosa di un intervento manuale per ripartire. La protesta è stata innescata dal Presidente Macron con un provvedimento giusto, in linea con le aspettative di tutti, penalizzare l’uso delle energie fossile e facilitare l’uso delle energie rinnovabili. Peccato che questa misura favorisce le èlites ricche e urbanizzate e penalizza la plebe e i servi della gleba che abita le periferie e l’inderland. Questa misura mi ricorda “la tassa sul macinato del 1868 in Italia”. Questa tassa in Italia ha avuto il risultato sperato, con gran danno per le classi subalterne che hanno pagato con il sangue le giuste proteste all’epoca. Ritorniamo in Francia, i francesi hanno una lunga tradizione su queste proteste, le quali in origine si chiamavano “jacquerie”, cioè dall’alto medio evo, dopo l’epoca di Carlo Magno, i contadini venivano chiamati dai nobili con il nomignolo “Jacques Bonhomme”, ii quali (contadini) quando il vassallo del re del tempo non rispettava il contratto stipulato fra la gleba e il nobile si ribellavano fino ad incaricare un avvocato per portar le richieste al re per avere giustizia ( qui dobbiamo registrare una differente situazione giudiziaria, in Francia funzionava perché il re voleva essere giusto per tutti, anche con i propri vassalli più fedeli, in Italia, invece, abbiamo gli “azzeccagarbugli” che facevano gli interesse solo dei ricchi). Riprendiamo il discorso, il re, incarica, leggeva la protesta dei jacqueries nominava un legato, lo inviava in quelle terre con l’incarico di sentire le ragioni degli uni e degli altri, il legato emetteva la sentenza, se questa era accettata dai convenuti bene, altrimenti era il re il persona a derimere la lite, che era applicata senza se e senza ma. Sottopongo all’attenzione del paziente lettore l’ultima jacquerie, siamo nel 1969 il Presidente era De Gaulle, il quale voleva riformare il Senato francese, però aveva tutti i poteri istituzionali contro, cosa fece: nominò come giudice il popolo e attraverso un referendum chiese al giudice di esprimersi, il risultato fu NO, De Gaulle si dimise, andò in meritata pensione. Oggi 2019 il Presidente Macron come vuole risolvere questa protesta? Le energie fossili vanno ridotte fino ad annullarsi, le èlite sono pronte la plebaglia no. Nominerà un giudice terzo per dirimere la protesta? Se non sarà un giudice in carne ed ossa forse, però un giudizio di merito dovrà sortire per forza. Dato che la Francia e l’Italia sono Fratelli-coltelli, una qualche ripercussione ci sarà sugli italiani, Signor Presidente Macron sia la sua decisione buona e giusta così che anche l’Italia e gli italiani ne possano avere benefici retti o indiretti. In bocca diretti o indiretti. In bocca al lupo (crepi il lupo).
ATTUALITA' a cura di Francesco di Acr Gilet gialli, la Francia e l’Italia Tra la fine del 2018 e il mese di gennaio 2019 in Francia c’è la protesta dei “gilets jaunes”, si chiama così perché le persone che protestano indossano il gilet giallo obbligatorio quando l’automobile risulta ferma sulla strada bisognosa di un intervento manuale per ripartire. La protesta è stata innescata dal Presidente Macron con un provvedimento giusto, in linea con le aspettative di tutti, penalizzare l’uso delle energie fossile e facilitare l’uso delle energie rinnovabili. Peccato che questa misura favorisce le èlites ricche e urbanizzate e penalizza la plebe e i servi della gleba che abita le periferie e l’inderland. Questa misura mi ricorda “la tassa sul macinato del 1868 in Italia”. Questa tassa in Italia ha avuto il risultato sperato, con gran danno per le classi subalterne che hanno pagato con il sangue le giuste proteste all’epoca. Ritorniamo in Francia, i francesi hanno una lunga tradizione su queste proteste, le quali in origine si chiamavano “jacquerie”, cioè dall’alto medio evo, dopo l’epoca di Carlo Magno, i contadini venivano chiamati dai nobili con il nomignolo “Jacques Bonhomme”, ii quali (contadini) quando il vassallo del re del tempo non rispettava il contratto stipulato fra la gleba e il nobile si ribellavano fino ad incaricare un avvocato per portar le richieste al re per avere giustizia ( qui dobbiamo registrare una differente situazione giudiziaria, in Francia funzionava perché il re voleva essere giusto per tutti, anche con i propri vassalli più fedeli, in Italia, invece, abbiamo gli “azzeccagarbugli” che facevano gli interesse solo dei ricchi). Riprendiamo il discorso, il re, incarica, leggeva la protesta dei jacqueries nominava un legato, lo inviava in quelle terre con l’incarico di sentire le ragioni degli uni e degli altri, il legato emetteva la sentenza, se questa era accettata dai convenuti bene, altrimenti era il re il persona a derimere la lite, che era applicata senza se e senza ma. Sottopongo all’attenzione del paziente lettore l’ultima jacquerie, siamo nel 1969 il Presidente era De Gaulle, il quale voleva riformare il Senato francese, però aveva tutti i poteri istituzionali contro, cosa fece: nominò come giudice il popolo e attraverso un referendum chiese al giudice di esprimersi, il risultato fu NO, De Gaulle si dimise, andò in meritata pensione. Oggi 2019 il Presidente Macron come vuole risolvere questa protesta? Le energie fossili vanno ridotte fino ad annullarsi, le èlite sono pronte la plebaglia no. Nominerà un giudice terzo per dirimere la protesta? Se non sarà un giudice in carne ed ossa forse, però un giudizio di merito dovrà sortire per forza. Dato che la Francia e l’Italia sono Fratelli-coltelli, una qualche ripercussione ci sarà sugli italiani, Signor Presidente Macron sia la sua decisione buona e giusta così che anche l’Italia e gli italiani ne possano avere benefici retti o indiretti. In bocca diretti o indiretti. In bocca al lupo (crepi il lupo).