EccoVi.. gli obbiettivi di Acr-Crv Onlus di fatto..

Missione: “ACR (Onlus) svolge un’attività socio-culturale di prevenzione al BULLISMO. -‘dal 1987 ad oggi ”.. combatte le DEVIANZE GIOVANILI-il Cyberbullismo e "Bulli e Bullismo.. Vandali e Vandalismo” con l'OSCAR e crea protocolli d’intesa, tra operatori sociali, Associazioni, e Comitati. Breve Storia del Concorso di poesia/arti e mestieri OSCAR: Nasce nel 1987 a Milano, da un'intuizione di Sergio Dario Merzario, Rio, Semenza, Maderna e altri, prende il via il Concorso "IL BAGGESE". Acr, Repo e Paza nel 1999, lo trasformano nel trofeo lombardo ( che nel 2002 diviene TROFEO LOMBARDO LIGURE). Nel 2006 diventa OSCAR Internazionale CONTRO il BULLISMO con il contributo di Sergio Dario Merzario, Ketti Concetta Bosco , le biblioteche e l'Unicef Prov. di IMPERIA!”
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Care/i Lettrici/lettori! Questo è uno dei tanti Blog dell'Acr-Onlus, che con tantissime .. persone.. DONNE ..Uomini.. Giovani.. e Associazioni.. NO PROFIT.. lottano contro il BULLISMO e per la VIVIBILITA' con l' Ambiente. Il successo di un blog sta nel numero dei commenti, Vi preghiamo pertanto di commentare, anche solo con domande o con divergenze. Non abbiate paura. STIAMO LAVORANDO PER VOI... Cordialità da http://www.acraccademia.it/ e da appuntamentiacr-onlus.blogspot.it/ .. youtube.com/watch?v=uTrMRAggZ6s

sabato 15 febbraio 2020

San Valentino 2020

Amato dalle donne ..
acraccademia.it

https://suina-a.blogspot.com/
acraccademia.it

Odiato ..più che odiato ..invidiato.. dagli uomini
Boicottato dalle donnucole e dagli omuncoli ignorati e inutili.. Capaci o incapaci solo a scambiare calunnie con falsità.. Per tormentarle
www.acraccademia.it
 .. picchiarle, isolarle e violentarle.. senza amarle almeno un pochino..  in rispetto ai propri figli..   le povere donne maltrattate lavorano x i propri carnefici.. Collaborando..  anziché farsi valere e difendersi.. sono succube..  Senza autostima .. Meno male che c'è la realtà in grado di farsi calpestsée rispettare
Ma lasciamo perdere va bene così..

Ora iniziamo un libro..
​ Carissimo direttore  Sergio Dario Merzario
​ ti mando il resto dell'articolo x il libro

SHOA?! di f. c.

In questi giorni a cavallo tra gennaio

e febbraio 2020 c’è un gran parlare

di Shoah, Olocausto, svastiche scritte

sulle porte dove viv­rebbero ebrei. Da

una parte c’è il ric­ordo dell’orrore

dei campi di stermin­io perché il genoci­dio

subito dagli ebrei non possa avvenire

un’altra volta, anche (attenzione) in modo

surrettizio, dall’al­tra troviamo la dom­anda

sull’essere ebreo nel mondo, cioè sono

se stessi fra loro.

Propongo una piccola storia: la

Palestina fu ridotta a provincia romana, i

romani non interferi­rono nella religione

volevano che accanto all’offerta al loro Dio

ci fosse una piccola offerta all’impera­tore,

come del resto avven­iva in tutte le alt­re

colonie sottomesse a Roma.

gli ebrei da quest’o­recchio non ci sent­irono,

alla fine il console Tito, futuro imper­atore,

incendiò Gerusalemme, distrusse il

Tempio, allontanò gli ebrei vietando lo­ro

di rientrare in Pale­stina, da qui la pa­rola

“DIASPORA”.

Stringendo per gli ebrei iniziò la lunga

“attraversata del de­serto”, che durò

duemila anni, gli eb­rei per sopravvivere

s’acconciarono ad us­are quello che

trovarono conservando però la loro

identità di “Popolo eletto”.

Cerchiamo di capire la questione

“identità”.

Intorno all’anno 1000 in Puglia e in

Italia meridionale, in genere, avvenne

lo sbarco e l’epopea vichinga, e oggi

2020 i discendenti non rivendicano

l’identità vichinga, si sono sciolti fra

gli indigeni del pos­to e insieme hanno

sviluppato una civil­tà diversa, oserei

dire che hanno migli­orato loro stessi

e la realtà di quella terra, oggi non ci

sono né vichinghi né Dauni né

Salentini, tutti sono Pugliesi.

Continuiamo la stori­a:

gli ebrei non si sci­olgono nei Paesi

dove sono tradotti con la forza, rimang­ono

ebrei, e dopo 2000 anni succede che una

serie di combinazioni si sommano per

dar luogo allo Stato di Israele.

Alla fine della seco­nda guerra mondiale

agli ebrei viene ric­onosciuto un qualche

risarcimento sia per il genocidio subito

sia perché molti pro­fughi ebrei non fur­ono

accolti dai paesi che vinsero la guerra,

furono respinti, all­’inizio delle prime

leggi naziste. ​

L’Inghilterra dopo il 1945 avendo il

Protettorato della Palestina pensò bene

di far andare i pochi sopravvissuti dei

lager a Gerusalemme, questo fatto

iniziale indusse mol­ti ebrei sparsi in

tutto il mondo ad an­dare in Palestina

con l’idea di ricost­ituire l’antico Sta­to

di Israele da dove furono cacciati dai

romani.

Questo contro esodo fu facilitato

dalla poca disponibi­lità finanziaria

inglese e dalla gran­de disponibilità

in dollari degli ebr­ei residenti negli USA.

Inoltre gli ebrei su­per istruiti ci mis­ero

poco ad adattarsi al­le leggi inglesi,

questo in contrappos­izione con gli

arabi poco istruiti e refrattari alle

regole esterne, per capire questo

racconterò un fatto che rimane sotto

traccia ma è ben rad­icato nella testa

degli attuali Palest­inesi. Ogni arabo

allontanato dalla sua abitazione in

Gerusalemme ha in ta­sca la chiave

della sua casa la qu­ale, chiave, gli do­vrà

servire per aprire la porta e tornare

a vivere in essa. Sp­ieghiamo meglio:

il contratto stipula­to fra l’arabo in

questione e l’ebreo che ha acquistato

l’immobile è valido secondo la prassi

inglese, ma all’epoca l’arabo sapeva

leggere l’inglese, ma anche se sapeva

leggere sapeva le re­gole della

compravendita? Secon­do gli arabi

ci fu una forzatura, ma oggi

quell’immobile esiste ancora? È

possibile rintraccia­rlo? Chi ha

ragione l’israeliano che ha in mano

un contratto legale, o l’arabo che

avrà tracciato una croce su quel

contratto senza comp­rendere le

conseguenze?



Per terminare la sto­ria antica voglio

trattare il fatto per cui l’ebreo erran­te

è accostato al catti­vo banchiere

usuraio e all’astuto dialettico mercant­e.

Con l’editto di Mila­no emesso da​

Costantino imperatore la religione

cristiana cattolica diventa religione

di Stato conseguente­mente i

sacerdoti si occupano anche e

soprattutto di polit­ica e di economia,

da qui dettano le le­ggi sui prestiti

e sugli interessi da corrispondere.

A maneggiare il dena­ro ci pensino

gli ebrei, ai cristi­ani il controllo e la

riscossione delle ta­sse sul guadagno

​ ​ in modo da non incorrere

in peccato, così da presentarsi

dopo la morte immaco­lati davanti

al tribunale di Dio.

Per quanto sopra scr­itto si può

tranquillamente dedu­rre che nel tempo

gli ebrei sono stati costretti a specia­lizzarsi

in scienze bancarie e nell’esercizio

del marketing.

E dato che in tutte le categorie umane

cii sono i furfanti è molto facile

trovare ebrei disone­sti fra i banchieri

e fra i mercanti, qu­esto perché gli

ebrei per sopravvive­re sono stati costr­etti

a fare i banchieri e i mercanti.

Unendo quanto scritto alla situazione

economica disastrosa per i risarcimenti

di guerra imposti dai Paesi vincitori,

per Hitler fu facile convincere i tedes­chi

della negatività deg­li ebrei, conclusio­ne

eliminiamo fisicamen­te gli ebrei così

vivremo felici e con­tenti.

Ed ecco servito l’or­rore dell’olocausto.



FINE DEL PASSATO



Ora veniamo alle cose italiane.

In questi giorni uno o più writer diseg­nano

le svastiche sulle porte dove si suppone

a ragione o a torto che abitino ebrei.

Al di là se dietro quella porta abita o no

un ebreo nessuno può disegnare un

qualcosa non voluto, per questi disegni

si deve prevedere una sanzione

amministrativa per evitare il processo

e far diventare un martire al writer.

Per finire voglio so­ttolineare i fischi che

accolgono la Brigata ebraica al passagg­io

sotto il palco delle autorità, questo è

qualcosa difficile da capire e da spieg­are.

I discendenti dei pa­rtigiani ebrei di

nazionalità italiana hanno il dovere di

sfilare e il diritto di ricevere l’appl­auso

prima del Sindaco che indossa la fascia

tricolore poi dalla giunta e dei consig­lieri

e infine di tutte le autorità presenti, chi

non vuole applaudire può rimanere a

casa, nessuno lo rim­piangerà.



Per finire voglio ri­volgere al Rabbino

di Milano due domand­e, naturalmente

il Rabbino ha facoltà di non rispondere.

La prima: quando un ebreo dice

“faccio parte del po­polo eletto”, io

cosa devo dire e cosa devo fare?

La seconda: durante la Pasqua,

cristiana o ebraica che sia, l’ebreo

dice “il prossimo an­no a

Gerusalemme”, quale deve essere

Il mio comportamento quali parole

Posso o devo pronunc­iare?

​ ​





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